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Itinerario 1

1. Consorzio Pro Loco Valpolicella

Ci troviamo nel cuore della Valpolicella, un’area situata tra la città di Verona e il Lago di Garda, famosa per il suo patrimonio architettonico e vitivinicolo. Da qui parte questo itinerario che ci porta a ritroso nel tempo, alla scoperta di quei luoghi che non furono toccati direttamente dalle vicende della Prima Guerra Mondiale, ma risentirono certamente dell’atmosfera di quel periodo.

Siamo dunque pronti per partire per la Val d’Adige, quell’area del veronese che va dal Lago di Garda alle pendici dei monti Lessini e che si affaccia sul fiume Adige.

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2. Forte Chiusa Veneta

Siamo giunti ora all’imbocco della Val d’Adige, racchiusa tra l’omonimo fiume e le pareti rocciose, dove sorgono alcune strutture militari facenti parte di un ampio sistema difensivo ed utilizzate durante la prima guerra mondiale. In ragione di questa morfologia territoriale e della sua rilevanza strategico-militare, la Val d’Adige è anche definita Terra dei Forti. Inizia con il Forte Chiusa il nostro percorso.

Situata a sinistra del fiume Adige, il Forte Chiusa si trova a ridosso della SS12 del Brennero, poco prima del paese di Ceraino.

Si tratta del primo forte austriaco, costruito tra il 1849 ed il 1851 a controllo della strada Trento-Verona, che fu collocato a ridosso della ripida parete rocciosa al posto di un fortilizio esistente già in epoca veneziana. Tale parete fu sfruttata per far spazio a due gallerie per fucilieri e ad un deposito per munizioni.

Esso fungeva da dogana, in quanto la ferrovia che da Verona portava a Trento passava attraverso un varco aperto all’interno della fortificazione. La strada, invece, attraversava il forte sull’asse Est – Ovest ed era sbarrata da due portoni.

Divenuto di proprietà del Regio Esercito Italiano, alle sue precedenti dotazioni, vennero aggiunti due cannoni a controllo della strada e della ferrovia.

Nel recente passato, è stato smantellato per poter allargare la strada e versa ora in stato di abbandono. Dalla strada è possibile vedere la struttura esterna in gran parte sommersa da rovi e spini, mentre la ferrovia non è più visibile, in quanto fatta passare in galleria.

 

3. Forte di Ceraino

Proseguendo un centinaio di metri, passato il centro di Ceraino, parcheggiamo l’auto nel piazzale della chiesa che troviamo sulla nostra destra. Sul lato opposto della strada statale, che conduce a Trento, inizia il sentiero che si inerpica sul costone del Monte Pastello, l’antica Strada del Genio Militare, che conduce ai Forti di Ceraino e di Monte, tramite una passeggiata di un’ora e mezza circa. Percorriamo il sentiero all’interno del bosco, per una ventina di minuti, fino a raggiungere il cancello che segna l’ingresso alla fortificazione. Superato il varco,  giungiamo ad una spianata dalla quale è possibile ammirare il suggestivo panorama della Val d’Adige.

Ci troviamo ora alla seconda tappa del nostro itinerario. Pressoché nascosto nella vegetazione e in buono stato di conservazione, sorge il forte di Ceraino, o Hlawaty, dedicato al feldmaresciallo austriaco, Johann von Hlawaty e costruito tra il 1850 e il 1851 e ammodernato dagli italiani, invertendo il raggio di tiro,  del quale si scorge il basamento esterno in muratura, forato da otto grandi finestre dell’artiglieria. Se ci spostiamo poco più avanti, incontriamo la guardiola di sentinella, conservata in perfetto stato e la casamatta. Da qui un sentiero, che costeggia il perimetro esterno del forte, conduce alla porta d’entrata, che costituiva un tempo il ponte levatoio. Se si varca l’ingresso, si nota un breve corridoio che conduce al cortile interno a forma poligonale, dove si trovano le cisterne per gli scarichi dell’acqua piovana. Prima di giungere al camminamento interno che delimita il perimetro del cortile, è presente una targa di colore azzurro, dedicata a Santa Barbara, santa protettrice di artificieri e armaioli, appesa alla parete sinistra. Dal camminamento interno si aprono alcune sale, che fungevano da magazzino per munizioni e da postazioni per cannoniere.

Proseguendo sul camminamento sulla destra si trova tra le sale una cupa scala, illuminata solamente sul fondo grazie al piccolo vano creato dalla porta semichiusa, che nasconde il tetto coperto da un manto erboso. Se si giunge alla sommità, è possibile ammirare l’anfiteatro morenico che si apre alle nostre spalle e la pianta irregolare dell’edificio, così costruito in modo da potersi adattare alla morfologia del territorio.

Al piano inferiore, all’interno delle sale sono ancora presenti le scritte originali, che segnavano la presenza delle cannoniere.

Tornati sulla vecchia strada militare, passando per quello che un tempo era il fossato che circondava il forte. Saliamo per la lunga e tortuosa strada che conduce al forte di Monte.

 

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